
Perseverate, gente, perseverate
Sognate di mollare tutto per vivere il vostro sogno? La storia di Riccardo Casiraghi e Stefano Paleari, in arte GNAMBOX, è quello che fa per voi
di Cristina Manfredi
Ci sono persone che sanno fin dall’infanzia cosa faranno da grandi. Altre che pur riconoscendo un proprio talento da sempre, ci mettono anni a portarlo alla luce. E poi c’è gente che parte convinta di fare un certo mestiere, finché qualcosa scombussola le carte. È il caso di Riccardo Casiraghi e Stefano Paleari, una coppia milanese che a un certo punto della vita ha mollato ogni certezza per fare crescere Gnambox, un magazine online dedicato alle loro passioni, prima fra tutte, il cibo. Tutto nasce nella cucina di casa loro dove i due iniziano a fotografare i piatti che si cimentano a cucinare, per poi caricare gli scatti in Rete insieme alle ricette. In quel momento, si tratta di un puro divertimento, un gioco che diventa sempre più coinvolgente, fino a portarli a passare le nottate al computer per preparare contenuti o rispondere alle sempre crescenti mail. A quel punto capiscono che è giunto il momento di fare una scelta: Stefano si dimette dal suo ruolo di art director e Riccardo un po’ alla volta abbandona la professione di interior designer. E nel 2012 prende corpo il progetto Gnambox.
Ma qual è il vero talento di Gnambox e di voi due presi singolarmente?
«Abbiamo la capacità di trasformare le cose semplici in qualcosa di positivo e suscitare negli altri curiosità. Ci dicono spesso che emaniamo una buona vibrazione e riusciamo a infonderla anche nel nostro lavoro. Se poi parliamo delle peculiarità del singolo, io, Riccardo, credo di riuscire a costruire un progetto con coerenza e in modo che l’esperienza trasmesse abbia un senso anche per chi la vive da fuori. Mentre io, Stefano, ho una buona visione d’insieme so riconoscere quello che funziona da quello che invece non ha potenzialità».
Avete mai avuto il dubbio di avere fatto una sciocchezza?
«Ci eravamo dati sei mesi di tempo, ovvero la liquidazione di Stefano e nel frattempo avevamo l’agitazione di non averlo detto alle nostre famiglie, per non farle preoccupare. In quel frangente, il vero talento è stato l’esercizio della pazienza, perché nonostante la velocità del mezzo, i riscontri economici non sono mai immediati. Abbiamo fatto sacrifici dandoci dei micro obiettivi, il che ci ha anche permesso di farci le ossa. A chiunque decida di realizzare il proprio sogno diciamo, coltivate la perseveranza».

